Uno spaccato dell’Italia contadina del primo dopoguerra (’45-’56) vista
attraverso i limpidi, intelligenti, curiosi occhi di una bimba. Le tante
e ingenue scoperte: i campi, i monti, gli animali, la radio. “La
famiglia di Gora fu la prima nel paese a fare il memorabile acquisto di
un apparecchio radio”. Nel 1951 la prima edizione del Festival di
Sanremo. “Le canzoni servivano, tra l’altro, a diffondere la lingua
italiana” E il Festival a far conoscere al mondo la canzone italiana.
La
scuola. “La maestra veniva dalla città e sebbene capisse perfettamente
il dialetto, parlava solo italiano, per insegnarlo agli alunni, che
invece parlavano sempre e soltanto in dialetto, tra loro e in famiglia”.
La
dura e semplice vita in un paese di montagna, la Vespa Piaggio, il
furgone e lo stupore del trasloco nel casolare vicino alla città:
affascinante con le sue case, le luci, le strade, le automobili ma
soprattutto il treno! ” Ed ecco che Gora avrebbe potuto vedere,
dall’alto del casolare, il treno passare tutti i giorni e ascoltare il
suo fischio, che pareva ogni volta voler ricordare a tutti che la
miseria se ne stava andando e il progresso, che si era tanto cercato in
tutto il dopoguerra, stava velocemente arrivando”.
Gli uliveti e le
vigne, la raccolta delle olive e la vendemmia, l’olio e il vino e la
piccola, illegale produzione di acquavite casalinga. Vita semplice.
Piccoli, grandi momenti di felicità o di dolore, come vincere il Ballo
di Carnevale o la morte del suo amato cagnolino Frizze.
2018. 62 anni
dopo, il progresso, tanto fondamentale per allontanare il Paese dagli
orrori del secondo conflitto mondiale, ha trasformato il mondo.
L’erpice, l’aratro, la falce sono diventati cimeli da museo. “Per le
generazioni del terzo millennio erano ormai a disposizione strumenti
sempre più perfetti e minuscoli, capaci di fare cose strabilianti, molto
spesso di difficile comprensione per i loro genitori e pressoché
totalmente incomprensibili per i loro nonni”….
Miriam Maria
Santucci, autrice di questo romanzo autobiografico, nasce a Camerino il
24 febbraio del 1945. Inizia a scrivere a 13 anni e vince numerosi
premi. Gli avvenimenti della vita la portano in Brasile per ventidue
anni dove è stata, tra l’altro, coordinatrice e insegnante di Lingua
Italiana presso la Dante Alighieri locale e fondatrice e direttrice di
un Coro di musica italiana. Fonda e presiede il Centro di Cultura
Italiana “Integrato”. Per tali attività, svolte per tramandare le
tradizioni italiane, il Consolato Generale d’Italia a Curitiba e il
Governo Italiano le conferiscono nel 1993 l’onorificenza di “Cavaliere
al merito della Repubblica Italiana”. Da quando è tornata in Italia ama
mettere in versi le proprie emozioni e riflessioni, pubblicate in
quattro libri di poesie.
Loretta Del Ponte

GORA Appunti di un’infanzia nel dopoguerra di M. Santucci
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